
- By: Redazione AISOPOS
- On: 2 Dicembre 2020
- Categorie: Food, Ultime Notizie, Vino e Distillati
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Serra Storta nasce nel 2016 dalla grande passione di un imprenditore, come birrificio conto terzi. Dopo 180 ricette realizzate per beer firm e circuito Horeca (hotellerie, ristoranti e bar) in tutta Italia, sfrutta l’esperienza acquisita sul prodotto e lancia una propria linea di birre.
Serra Storta
Helles, bock, Ipa, Apa: la cantina propone 11 stili differenti, alcuni classici,altri reinterpretati e personalizzati. “In questi anni ci siamo specializzati in ogni varietà possibile di birra. Lavorare per conto terzi è stato estremamente formativo. Un birrificio normalmente realizza in media 5-10 ricette sue” introduce Marco Serazio, titolare “Noi, da conto terzisti, abbiamo avuto modo di cimentarci in una gamma infinitamente più ampia. Ora vogliamo tradurre l’esperienza maturata in un progetto nostro, senza stare solo dietro le quinte, ma mettendo in commercio anche le nostre creazioni che, negli scorsi due anni, sono già state pluripremiate in importanti concorsi nazionali e internazionali”.
L’etichetta di ogni birra trae ispirazione dal nome di una pianta (Erica, Cactus, Cucumis, Rosmary). Non a caso Serra Storta nasce in un’ex serra di piante e fiori a Buscate (Milano), nel cuore del parco del Ticino, in quella che un tempo era la Valle Storta. E dove oggi ci sono fermentatori e imbottigliatrici, anni fa di questi tempi c’erano distese di stelle di Natale. Il tocco natalizio viene mantenuto anche ora, in versione brassicola, con Stella (birra invernale con sentori di cannella e caramello) che da quest’anno è anche diventata l’ingrediente “magico” dei panettoni di Serra Storta, realizzati appositamente da un forno artigianale.
Marco Serazio
“Per me fare birra artigianale è una questione di Dna” continua Serazio “Mia madre, la mia critica più severa, è tedesca, arriva dalla patria delle birre. Mi ha insegnato il piacere di una helles fresca a tavola o a chiudere gli occhi mentre sorseggiavo una weiss per cercarci dentro il sapore della banana matura. Mio padre ha una tradizione agricola iniziata nel 1971”.
La vocazione rurale è rimasta intatta: i luppoli vengono coltivati “in casa”
salvo differenti esigenze di ricetta, così come l’orzo che, dopo la raccolta, viene inviato a Bamberga in Germania e lavorato dai maestri maltatori di
Weyermann.
In base alle richieste di alcuni beer firm, l’azienda si è anche specializzata nella realizzazione di birre bio, senza glutine e vegane sempre ponendo grande attenzione alla qualità delle materie prime utilizzate e ad una produzione sostenibile data anche dall’uso di energia rinnovabile. Uno dei punti forti del birrificio agricolo è l’impianto intelligente, dalla sala cottura all’imbottigliamento, a Serra Storta il processo produttivo è completamente automatizzato. Un sistema avanzato che garantisce una birra ripetibile e con una lunga tenuta degli aromi nel tempo. Così le temperature di fermentazione vengono rispettate con la massima precisione e, grazie alla pesatura elettronica, viene azzerata la possibilità di alterare la ricetta: elemento fondamentale per garantire la replicabilità e la stessa qualità della birra, lotto dopo lotto. Non solo, il processo di produzione è completamente tracciabile in ogni fase assicurando il controllo dello stato della birra dal mosto allo stoccaggio.
Fondamentale la fase della conservazione delle bottiglie e dei fusti. “Abbiamo 350 mq di celle frigorifere, dove conserviamo la nostra birra e quella dei nostri clienti rispettando la catena del freddo: un plus non da poco, che evita i rischi di alterazione del prodotto e ne mantiene genuinità, proprietà organolettiche e gusto ”.
Filari di luppolo Campo di Orzo
L’ultimo investimento dell’azienda è l’impianto per le lattine, che risponde a un’esigenza sempre più forte del mondo artigianale. La riscoperta della lattina in alluminio – ecologica, igienica, protegge il prodotto dalla luce ed è ideale per la conservazione della birra, si sposa inoltre con la filosofia Serra Storta e dà ai clienti in conto terzi una possibilità in più per proporsi sul mercato.
In cantiere anche progetti di ampliamento: nell’arco del prossimo anno il birrificio raddoppierà la superficie di produzione con un nuovo capannone e un’area dedicata all’affinamento della birra in botte nonchè con anche l’apertura di un risto pub all’interno della serra.
Insomma, Marco Serazio e la squadra di Serra Storta non si fermano, nonostante lockdown e limitazioni da pandemia. L’avvio dei corsi di degustazione on line gestiti dal mastro birraio dell’azienda, ha visto la partecipazione davvero numerosa di un interessante numero di appassionati, neofiti ed anche grandi intenditori.
- Chè un boccale di birra è un pasto da re. William Shakespare, Il racconto d’inverno

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